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Dopo ogni mareggiata nobilita le spiagge di Imperia ricoprendole delle cosiddette “banquettes” e di egagropili, dette anche “palle di mare”.


Si tratta dell’organismo più longevo del pianeta, un tesoro verde sommerso nelle nostre acque: è la Posidonia oceanica, una pianta acquatica di grande valore per l’ecosistema marino la cui presenza è indice di alta qualità ambientale e di un mare vivo e pulito.


E’ l’organismo più longevo del pianeta, con un’età media attorno ai 100.000 anni. E’ un tesoro verde sommerso nelle nostre acque. E’ presente solo nel mar Mediterraneo dove occupa un’area intorno al 3% del fondale marino, pari a circa 38.000 km2. Si sviluppa principalmente ad un metro e mezzo di profondità e in caso di acque particolarmente limpide, la si può ritrovare in fondali di 40 mt. Il posidonieto rappresenta l’ecosistema più importante del mar Mediterraneo: una foresta sottomarina che costituisce l’habitat ideale per più di 400 specie marine vegetali e circa 1000 specie animali, alle quali offre cibo e rifugio.

Grazie alla fotosintesi clorofilliana, la Posidonia produce gran parte dell’ossigeno necessario alla vita marina. Un vero e proprio polmone verde sommerso, 2,5 volte più potente della Foresta Amazzonica, fondamentale per combattere il riscaldamento climatico.  Questa pianta ha un ruolo importante nel contrastare l’erosione costiera, poiché, consolidando il fondale sotto costa, crea una naturale barriera sottomarina che rallenta il moto ondoso e smorza la forza delle correnti, prevenendo così la riduzione dei litorali sabbiosi. Anche sottoforma di resti spiaggiati dalle mareggiate, la Posidonia oceanica è un’inestimabile risorsa: la biomassa prodotta dalla degradazione delle foglie è alla base delle catene alimentari costiere.

Il deposito di materiale vegetale che si forma sulle spiagge, le “banquettes”, crea un ecosistema complesso popolato da crostacei detritivori e insetti, principalmente stadi larvali di Ditteri, ma anche predatori come i Coleotteri e i Dermatteri. Oltre ad offrire un generoso banchetto per questi organismi, le banquettes proteggono il litorale perché, attenuando l’azione delle onde, permettono alla sabbia di depositarsi ed essere trattenuta.

Solo in tempi recenti si è iniziato a considerare la Posidonia spiaggiata come un rifiuto e a rimuoverla meccanicamente dalle spiagge (sottraendo sabbie dalle coste già impoverite), sia per recuperare mq di litorale, fondamentali durante la stagione balneare, sia perché dà un senso estetico di degrado. Tuttavia, sin dall’antichità la biomassa di Posidonia era utilizzata come materiale isolante per i tetti, materiale da imballaggio di oggetti fragili e per l’imbottitura di materassi e cuscini, come materiale concimante per la formazione di suolo fertile. Le foglie secche erano utilizzate come lettiera per il bestiame e in farmacologia per la preparazione di integratori alimentari per animali e per curare irritazioni e infiammazioni.

Negli ultimi anni hanno preso piede alcuni progetti che vedono come protagonista proprio la Posidonia oceanica, per proteggerla: il progetto Life Seposso, che ha ripopolato circa 1600 mq nella zona dell’isola di Ischia con un’altissima percentuale di sopravvivenza e un tasso di riproduzione pari a sei volte le talee trapiantate. Altri progetti stanno riscoprendo le numerose applicazioni di questa pianta, dai prodotti per il design alla produzione di carta e polimeri biodegradabili, senza dimenticare gli utilizzi cosmetici e erboristici. Per esempio Medonia, un progetto nato per trovare una soluzione alla questione dello spiaggiamento attraverso il “recupero attivo” della biomassa con la quale realizzare sacche con la funzione di sedute e stuoie da spiaggia che, alla fine della stagione, vengono svuotate per far tornare i resti vegetali al mare. La Posidonia può essere usata anche come isolante, in quanto non è infiammabile per via del suo alto contenuto di silicio, è lenta a imputridire ed è a prova di pulci; mescolata con l’argilla viene usata come riempimento in un certo tipo di edilizia come, per esempio, delle dighe olandesi. Viene anche usata come isolante acustico.

La Posidonia oceanica è oggi minacciata da numerosi fattori, primo fra tutti l’aumento delle temperature ma anche l’inquinamento, la pesca a strascico, il raschiamento sul fondale delle ancore delle imbarcazioni da diporto e altre attività umane.

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La prossima volta che la incontrate,
ricordatevi che la Posidonia spiaggiata è preziosa
ed è la miglior garanzia di un mare vivo e pulito.

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