Il progetto consiste nella realizzazione di una balena in tessuto nelle dimensioni reali: 23m di lunghezza per 5m d’altezza. Il tessuto in lana, di due tonalità di grigio melangiato, è solamente cucito e riprodurrà il più fedelmente possibile le caratteristiche anatomiche del cetaceo, Balena Comune o Balena Physalus, il più grande e veloce del Mediterraneo.
“L’idea ha come origine un’immagine, che mi accompagna da anni, quella delle balene che milioni di anni fa nuotavano tra le colline dove ora volano stormi d’uccelli”, scrive Losi, “Le loro ossa sono state trovate in molte zone calcaree dell’Appennino settentrionale.”
Simbolo di ciò che è grande e mitico, l’immagine della balena è, per Claudia Losi, oggetto di un’impresa altrettanto mitica, di una progettualità dagli sviluppi imprevedibili, che mira ad un risultato al limite dell’impossibile; è simbolo del viaggio rappresentato dal desiderio, dall’impresa, dall’utopia. La mostra in Viafarini rappresenta la prima tappa del lungo viaggio che la balena, o meglio, per il momento, la sua pelle, sta per intraprendere in attesa della definitiva messa a punto dell’opera, e cioè del riempimento che la renderà tridimensionale.
Dopo questa prima uscita di presentazione la balena comincerà a girare in spazi non necessariamente legati al contesto dell’arte contemporanea. A questo punto, raccolte storie, immagini e suoni la balena tornerà, piena, a concludere il proprio giro in Viafarini.
Con il patrocinio e il contributo del Comune di Milano – Cultura e Musei, Settore Musei e MostreSi ringrazia Giuseppe Botto & Figli spa – Boglietti spa, Associazione Battibaleno , maxdesignlab
L’Associazione Battibaleno ha sostenuto moralmente e fattualmente, fin dall’inizio, qualche anno fa, questa piccola intrapresa, il progetto Balena.
Ciò che mi ha attratto dell’attività di questa associazione è stato il tipo di messaggio sostenuto: occorre imparare a guardare piuttosto che smaniare per vedere. Questo può avvenire, per esempio, attraverso il ‘tempo lungo’ e articolato della navigazione con barche senza motore.
Così andare ad avvistare cetacei in mare aperto diventa veramente un viaggio, anche con l’incognita (quel rischio che ci infastidisce sempre più) di non trovare infine quello per cui eravamo andati. I nostri occhi, i nostri sensi, invece, si saranno fatti un poco più acuti e pronti.
C’è un messaggio forte in questa modalità d’approccio al mare. C’è rispetto, un elogio dell’attesa e della lentezza.
Un messaggio visionario e concreto a un tempo.
Come talvolta fa l’arte.
Il progetto Balena nasce nell’ambito dell’arte contemporanea ma, nello stesso tempo, vorrebbe contribuire alla riflessione sulla tutela dell’ambiente attivando luoghi sempre pulsanti dell’immaginario.
E quale immagine più ricca, emozionante e archetipica della balena?
Una Balena Comune di dimensioni reali, realizzata in tessuto di lana grigia, viaggerà per qualche anno in giro per l’Italia e in alcuni altri paesi che l’ospiteranno. In musei, in riva al mare, accanto a un ghiacciaio, in una piazza storica o in un quartiere di periferia, nel cortile di una scuola.
Questo progetto è stato e sarà intersezione di sguardi, competenze e passioni di molte persone, tutte legate da visioni di terra, di mare e di grandi cetacei.
Sarà il pretesto per raccogliere storie, seguire correnti e lasciare scie di spuma più o meno visibili.